-
1730
Dipinto di Giovanni Battista Busiri -
1750
Incisione F. Duflos -
1804
Incisione Angelo Uggeri -
1819
Incisione J. M. W. Turner -
1860
Albumina da negativo al collodio umido -
1876
Ascan Lutteroth -
1880
Albumina da negativo al collodio umido -
1885
Cartolina postale -
1886
Cartolina postale -
1889
Cartolina postale -
1891
Cartolina postale -
1897
Gelatina in bromuro di argento -
1900
Fotografia -
1910
Cartolina postale -
1920
Cartolina postale -
1921
La foto scattata nel 1921 da Tomas Ashby ritrae l'archeologa americana Esther Van Deman accanto al sepolcro che si trova attualmente ingoblato all'interno del ristorante "L'archeologia" -
1930
Cartolina
La nostra storia comincia nel 1804
La nostra storia
L’Archeologia era un’antica stazione di posta per il cambio dei cavalli e un prestigioso crocevia per artisti e mercanti provenienti dal Mediterraneo.
Oggi l’imponente rudere di una Tomba romana funge da quinta alla bucolica visione del giardino e del glicine che da oltre 300 anni fiorisce e regala un gioco di luci e ombre nel pergolato.
La fondazione nel 1804 è testimoniata in una incisione di Angelo Uggeri del 1804 che descrive il ristorante in questo modo: "…… a mano destra si vede l’osteria fabbricata sopra avanzi sepolcrali che mostra nel suo esterno massi delli quali erano questi costrutti………".
L’Archeologia è l’incontro tra cultura e cucina, tra l’antico e il contemporaneo, tra il piacere della buona tavola e l’amore per la storia di Roma.
La prima foto 3D
Nel 1903, durante uno dei tanti viaggi del Grand Tour (lungo viaggio nell'Europa continentale effettuato dai ricchi giovani dell'aristocrazia europea a partire dal XVII secolo e destinato a perfezionare il loro sapere con partenza e arrivo in una medesima città), il ristorante L'Archeologia veniva ritratto in questa foto stereoscopica, una tecnica fotografica che trasmette un’illusione di tridimensionalità, analoga a quella generata dalla visione binoculare del sistema visivo umano, che può essere considerata la prima versione del 3D, in cui la doppia immagine, quasi gemellare, dei luoghi, dei monumenti e delle opere d’arte visitate, ottenuta con un apparecchio fotografico a due obbiettivi che riprendevano simultaneamente, consentiva, utilizzando un particolare visore a due lenti, un’unica visione tridimensionale di ogni immagine.
Nella foto si nota sopra alla porta d'ingresso una frasca. Questo stava a significare che in quel periodo la locanda era provvista di vino nuovo.